La Caccia nello Stato Sabaudo. Vol. 1: CACCIA E CULTURA (SECC. XVI - XVIII)

36,00 €

Introduzione di Paola Bianchi e Pietro Passerin d'Entrèves.

Saggi di: Clelia Arnaldi di Balme, Giovanni Barberi Squarotti, Paola Bianchi, Francesco Blanchetti, Danilo Comino, Paolo Cornaglia, Mario Gennaro, Giorgio Marinello, Andrea Merlotti, Blythe Alice Raviola, Pietro Passerin d'Entrè ves, Franca Varallo

Maggiori dettagli

BKLB00321

Nuovo

  • Condividi

Dettagli

Il volume ricostruisce alcuni dei tratti più caratteristici delle espressioni letterarie, artistiche, musicali, architettoniche attorno al tema della caccia presso la corte sabauda nei secoli che vanno dal Rinascimento fino alla rivoluzione francese. Non è casuale che in uno Stato come quello sabaudo la dinastia abbia costruito sul binomio caccia-guerra tanta parte della rappresentazione del proprio potere. La rappresentazione e la pratica della caccia alla corte dei Savoia ebbero elementi peculiari, ma erano anche legate a esperienze europee diffuse. La caccia come metafora della guerra, dunque, come esercizio propedeutico per i ceti dirigenti e per i principi, ma anche come criterio di organizzazione dei ranghi di corte e come espressione di un loisir che riservava alla componente equestre un’attenzione non priva di echi sul piano degli scambi commerciali e diplomatici. Intorno alla caccia, che sotto il ducato di Carlo Emanuele II diventò emblema totalizzante dell’apparato iconografico e iconologico concepito per la Reggia di Venaria, fiorirono un codice retorico e un dispiegarsi di cerimoniali, declinati nelle varie residenze, che consentono di seguire lo svolgersi dell’intero antico regime.